Primo di cinque tra fratelli e sorelle, Carlo Vincenzo Terzolo nasce a Incisa Belbo (poi Incisa Scapaccino) in provincia di Alessandria (poi, dal 1935, in provincia di Asti) il 7 aprile 1904 da Pietro e da Giuseppina Ferro. È una famiglia di agricoltori quella alla quale suo padre appartiene, da poco tornata, nel 1902, da una lunga permanenza in Argentina. Pietro, sposatosi nel 1903, insieme con altri due fratelli e con le rispettive famiglie prende dimora a Incisa, in via Prata, nella tenuta “La Bauda”, una prestigiosa proprietà comprendente una grande villa con alberi secolari e rustico separato, situata sulla cima di una collinetta, circondata da vigneti, prati e campi che si estendono verso Nizza e digradanti sulla strada provinciale. Il piccolo Carlito – così, secondo consuetudini argentine, lo chiamano affettuosamente i familiari – trascorre qui gli anni dell’infanzia. Nel 1909, pur continuando il padre ad occuparsi giornalmente della “Bauda”, la famiglia si trasferisce a Nizza, “in una casa sulla riva del Belbo, nei pressi della Stazione”, ricorda la sorella Maria (“Mariquita”) nelle memorie di famiglia (testo dattiloscritto inedito). Qui Carlo frequenta le scuole elementari e andando ad aiutare un bravo decoratore-restauratore del luogo manifesta le sue attitudini per il disegno, intanto “scarabocchiando tanti muri di Nizza, disegnando cavalli, dipingendo ex-voto”.

Nel 1917 la famiglia si trasferisce a Bra alla Villa “La Zizzola”, la cui antica mole ottagonale sul Monteguglielmo, il colle più alto di Bra, domina la città della quale è il simbolo. Della Zizzola il padre è il “vignolante”, il conduttore della tenuta. A Bra Carlo prosegue gli studi già avviati a Nizza e nel giugno del 1919 consegue la Licenza della Scuola Tecnica. Anche qui non manca di stringere solidi legami di amicizia che manterrà fino agli anni maturi, insieme al vivo ricordo di quei paesaggi.

“La Zizzola” è di proprietà della famiglia Fasola, che ha interessi nel campo delle acque minerali, del cinema e case a Roma e a Torino. Nella sede estiva di Bra arrivano in visita da Roma importanti personalità politiche, dive, attori e registi famosi. Sono invitati anche dei pittori, fra i quali Filippo Vacchetti, che è più volte ospite del Fasola a Roma. Amico di Matteo Olivero, all’Accademia Albertina di Torino Vacchetti è stato allievo di Giacomo Grosso, Gaidano, Marchisio, Pier Celestino Gilardi e di Andrea Tavernier.

Dal 1918 Terzolo ha cominciato intanto a datare i primi disegni ed i primi dipinti, che hanno per oggetto vedute dei dintorni di Bra. Ora che è il momento di prendere le opportune decisioni per il suo futuro, la famiglia sente in proposito il parere del Fasola, personaggio influente, di Vacchetti e, per il tramite di essi, di Tavernier. Il consiglio che ne viene è di farlo senz’altro studiare seguendo le attitudini manifestate.

Nel 1919 prende abitazione a Torino, in via Monginevro, ospite di una famiglia di conoscenti. Dopo la prova di ammissione, si iscrive ai corsi dell’Accademia Albertina di Belle Arti, che frequenterà fino al 1927. Suoi maestri saranno Giacomo Grosso e Cesare Ferro, con Ernesto Smeriglio (disegno ornamentale), Luigi Onetti (figura e statuaria), Michele Guerrisi (storia dell’arte e del costume). Quest’ultimo, “uomo assai colto di educazione crociana, numismatico esperto e persona di gran cuore”, come lo descriverà Italo Cremona, è anche scultore e sarà poi segretario del sindacato regionale delle Belle Arti; molto amico di Giorgio De Chirico, è solito ospitare nel suo studio, a dipingere, il «pictor optimus» quando è di passaggio a Torino. Guerrisi si aprirà nei riguardi di Terzolo a un rapporto di vera amicizia, non circoscritto solamente all’ambito intercorrente tra maestro e allievo; tra i suoi libri Terzolo conserverà, tutte recanti la dedica autografa dell’autore, le pubblicazioni di Guerrisi.

Nell’ottobre 1921 la famiglia, che era rimasta a Bra e che Carlo raggiungeva ogni fine settimana, si trasferisce a Reaglie, borgo della collina torinese. Nel piccolo centro ove la famiglia torna a congiungersi, Terzolo incontra l’adolescente Cesare Pavese, i cui genitori posseggono, lì accanto, una villa ottocentesca con giardino e rustico dove egli usa trascorrere le vacanze.

Per potersi mantenere agli studi non disdegna di dedicarsi volonterosamente ad alcune attività. Esegue miniature, piccoli ciondoli d’oro con l’effigie della Madonna, a cui lavora di notte e che cede ad un certo Benfenati con la sigla “3°lo” o, appunto, “Ben”. Lavora per laboratori fotografici applicandosi al ritocco dei ritratti; realizza manifesti pubblicitari per le case cinematografiche torinesi Pittaluga ed Ambrosio; come molti studenti lavora come comparsa in alcuni film. Conosce molti personaggi dell’ambiente cinematografico, come lo sceneggiatore Sergio Amidei e come il regista Mario Bonnard. Frequenta gli attori più noti: Emilio Ghione (“Za la Mort”), Linda Prini, Italia Almirante Manzini, Leda Gys, Lyda Borelli, Francesca Bertini, Bartolomeo Pagano (“Maciste”).

Orientato specialmente dall’insegnamento di Cesare Ferro (che, oltre che eccellente professore di disegno e di figura e di tecniche dell’incisione è maestro di quelle dell’affresco inteso come la più nobile delle pitture) negli anni di formazione all’Accademia egli rivolge il proprio interesse allo studio della grande decorazione murale della tradizione italiana, dell’arte degli antichi, dei primitivi toscani e fiamminghi.

Nel 1923 è a Siena per alcuni mesi, a studiare le grandi pitture parietali di Ambrogio Lorenzetti e di Simone Martini e ad eseguire copie degli affreschi più noti e delle pitture trecentesche.

Nell’anno accademico 1924-25 gli è assegnata come Premio per la Pittura una borsa di studio di lire 3.000, che gli consente di tornare nuovamente a Siena e di compiere viaggi in altre città italiane. Nel 1925 porta a termine il dipinto Omaggio ad Ambrogio Lorenzetti. Nota in proposito Pino Mantovani: “In quale cultura, oltre che natura e carattere, Terzolo abbia definitivamente radicato il proprio impegno indica assai precocemente quella specie di manifesto in opera che è l’Omaggio ad Ambrogio Lorenzetti… quasi senza confronto in un’epoca che, primitivizzando largamente, privilegiava semmai il mito di Giotto…” (Carlo Terzolo, in “Arte Moderna a Torino”, 1993). Non manca di visitare Pompei, dove lo attraggono gli scorci di paesaggio dei celeberrimi affreschi; Napoli, nel cui Museo ammira Bruegel e la pittura nordica; Capri, Sorrento, dove fa la conoscenza di letterati ed artisti come Maksim Gorkij, Axel Munthe, Vincenzo Gemito, Antonio Mancini e molti altri.

Nello stesso anno si reca per la prima volta a Parigi dove incontra Enrico Prampolini e per suo tramite conosce De Pisis, Severini, i fratelli De Chirico. Scriverà Luigi Carluccio: “Gli occhi di Terzolo non si fermarono sulle immagini inquietanti di Max Ernst e di Miró, ma piuttosto su quelle di Derain, di Dunoyer de Segonzac, di Gromaire, Van Dongen…” (Catalogo della mostra, Asti 1974).

È del 1927, mentre è ancora studente all’Accademia l’esordio pubblico della sua carriera d’artista. In aprile a “La Quadriennale”, Esposizione Nazionale di Belle Arti (LXXXV della Società Promotrice) di Torino presenta Ritratto di signorina.

Dopo aver compiuto un ulteriore viaggio-premio a proposito del quale la sua relazione consegue le congratulazioni ufficiali dell’Accademia, in giugno conclude gli studi cimentandosi nel Saggio finale che è dedicato al tema dell’“autoritratto”, una prova che egli supera con splendida sicurezza. In ottobre, infatti, quando ha luogo l’annuale esposizione dei saggi degli allievi all’Accademia, Pino Stampini rileva che “la Scuola Superiore di Pittura è egregiamente rappresentata da un Autoritratto del Terzolo” (“Rivista Universitaria”, 28 novembre).

Alla XXVIII Esposizione della Società degli “Amici dell’Arte” di Torino che si tiene da novembre a dicembre nel Palazzo della Promotrice, propone Nel mio orto, Ingresso di casa colonica, Case coloniche a Reaglie. Tra gli espositori vi sono Pietro Anacleto Boccalatte, Italo Cremona, Giulio Da Milano, Fillia, Pietro Morando, Eso Peluzzi, Massimo Quaglino, Annibale Rigotti, Mario Sturani, Antonio Zucconi e Domenico Valinotti il quale fa parte del Consiglio Direttivo della Società e poi ne diventerà l’attivo Vice Presidente. Con molti di essi, e poi con altri più giovani, si lega di solida amicizia, vissuta anche in quei luoghi di incontro che erano i caffè e le trattorie del quartiere nei pressi dell’Accademia, in via Po, in via Rossini “Da Lucia”, in via Montebello, in corso San Maurizio, e dove il tratto veloce ed icastico della matita di Boccalatte coglie i ritratti caricaturali dei protagonisti.

Nel 1928 si inaugura il 21 aprile l’Esposizione Nazionale di Belle Arti (86° Promotrice) di Torino ed egli vi presenta Autoritratto e Ritratto del Dottor Paolo Girardi (miniatura).

Mentre svolge il servizio militare dal giugno 1928 all’agosto del 1929 nel Distretto Militare di Alessandria, apre a Torino in via Cardinal Maurizio, 30 – dove prenderà poi studio anche il coetaneo monferrino Mino Rosso – quello studio che terrà per oltre trent’anni e dove trova generosa ospitalità Luigi Spazzapan che era appena arrivato a Torino da Gorizia.

Viene descritto come “uno che non parla molto”, ma sa ascoltare; non è un isolato e amante com’è della compagnia – pur se riservato e lontano da ogni forma di esibizionismo – si inserisce pienamente nell’ambiente culturale e artistico cittadino. Oltre a quelli già citati, sono Edoardo Rubino, i futuristi Oriani, lo stesso Mino Rosso, Farfa, Alimandi e poi Albino Galvano, Franco Antonicelli, Massimo Mila, lo scrittore Enzo Gariffo amico di Spazzapan e di Edoardo Persico alcuni dei personaggi con i quali è in contatto. Ma nonostante contiguità e tangenze, dal punto di vista artistico “serbando una impermeabilità, un mutismo per allora davvero monumentali” (Italo Cremona, 1952), egli si mantiene indipendente da ogni influenza, rimanendo fedele alla sua personale poetica e ai suoi modi espressivi. Dirà di lui Luigi Mallè: “Si è formato all’Accademia Albertina ma orientandosi personalmente preferendo, all’incanalarsi in uno dei filoni dominanti della pittura torinese degli anni venti e trenta, un’espressione di franca adesione paesaggistica in cui una nota «provinciale» viene a porsi come carattere di genuinità e più volte introduce un riservato ma denso «clima»” (I dipinti della Galleria d’Arte Moderna. Catalogo, 1968). Precisa Pino Mantovani: “Tra il ’18-’19 e il ’24-’25 Terzolo ha già individuato i temi che lo accompagneranno tutta la vita e messo a punto sostanzialmente la tessitura del suo dipingere rustico e sottile, febbrile e pacifico e le impaginazioni più caratteristiche…” (Catalogo della mostra, Torino 1987).

Nel 1930 prende parte in maggio alla Seconda Esposizione Sindacale (88° della Promotrice) di Torino con le opere Controluce e Verso sera.

In ottobre partecipa alla XXXI Esposizione della Società degli “Amici dell’Arte” di Torino. “L’influenza dell’arte del Valinotti, così intimamente adesiva agli aspetti più umili e semplici del paese, e, tuttavia, così cordiale, si nota nelle tele di qualche giovane come il Gamero, il Terzolo, l’Emprin, il Levrero…”, commenta Emilio Zanzi (“Gazzetta del Popolo”, 23 ottobre 1930).

L’8 dicembre al Circolo degli Artisti l’Associazione di Previdenza tra gli artisti, presieduta da Leonardo Bistolfi, inaugura la II Mostra dei calendari d’arte. Terzolo è presente, con Manzone, Bosia e numerosi altri.

Alla tradizionale mostra natalizia della Società d’Incoraggiamento alle Belle Arti del Circolo Artisti figura con due opere, delle quali una è Ciclisti di Reaglie. Mentre Marziano Bernardi nota “due curiose vedutine di Carlo Terzolo” (La Stampa, 23 dicembre), Emilio Zanzi scrive: “Un giovane ignoto, certo Terzolo, espone un votivo paese Ciclisti che è un amore di candore, di semplicità rappresentativa e di umiliata pittura: tutto è a posto e giusto, la casetta colorita, il muro bianco e i mucchi di ghiaia” (“Gazzetta del Popolo”, 23 dicembre 1930). Nel 1931 alla Terza Esposizione Sindacale (89° della Promotrice) di Torino che si apre in maggio, partecipa con Collina torinese d’inverno, Fornace, Segheria. Con questa opera consegue il Premio Luigi Arbarello ex aequo con Gregorio Calvi di Bergolo, Beppe Levrero e Piero Solavaggione. Nella cronaca su “Emporium”, ancora Emilio Zanzi cita “l’ingenuo ma molto originale Terzolo il quale riesce a trasfigurare gli ambienti di una Segheria e di una Fornace tra campi e prati in paesaggi religiosi, degni da far da sfondo a presepi o a gruppi di Santi estatici e di pallide vergini oranti” (novembre 1931).

Da ottobre a dicembre ha luogo a Torino la XXXII Esposizione della Società degli “Amici dell’Arte”. Terzolo vi presenta un buon numero di Disegni e quattro opere portanti lo stesso titolo, Paese verso sera. Una di esse è acquistata da S. M. il Re ed è tuttora custodita nella Quadreria del Quirinale. Commenta Emilio Zanzi: “A vedere i disegni e i quadri di Carlo Terzolo vien voglia di fare una più larga conoscenza dell’arte di questo stupito contadino di Reaglie, la cui pittura nata da personali elaborazioni di disegno, si sviluppa con nitida proprietà, con precisione descrittiva e analitica sopra schemi nostranissimi e di uso secolare” (“Gazzetta del Popolo”, 10 ottobre 1931).

Prende parte alla tradizionale Mostra natalizia della Società di Incoraggiamento alle Belle Arti del Circolo degli Artisti di Torino e gli viene assegnato il Premio Luigi Arbarello per l’opera Paesaggio di Reaglie.

Nel 1932, nell’ambito delle manifestazioni della Fiera di San Giorgio in aprile si inaugura ad Alessandria, nel locale adiacente al Teatro Virginia Marini, la 1° Mostra Provinciale d’Arte di Alessandria. Terzolo vi figura con Paese di primavera e Dintorni di Nizza Monferrato.

In maggio, alla Quarta Esposizione Sindacale (90° della Promotrice) di Torino, è presente con Paesaggio di neve – Inverno sui colli di Nizza Monferrato, “opera notevolissima, piena di stupefatta e quasi religiosa poesia”, è il commento che appare su “L’Illustrazione Italiana” del 29 maggio 1932. Mentre Marziano Bernardi segnala “la fiaba nordica del Terzolo, fiaba da narrare ai bambini nelle sere d’inverno” (“La Stampa”, 14 maggio 1932), nuovamente Emilio Zanzi: “Una parola a parte la dedichiamo al quadro che sarà il «successo» della mostra: l’Inverno sui colli di Nizza Monferrato, dipinto dal Terzolo. Questo giovane artista di avanguardia, incantato e stupito davanti ai paesaggi come Donghi lo è davanti alle persone, pittura con una scrupolosa indagine del particolare quasi avesse bisogno di scoprire al di là del visibile e del tangibile le bellezze, anzi l’anima, della natura” (“Gazzetta del Popolo”, 14 maggio 1932). Sempre Zanzi riprendendo il discorso su “Emporium”: “Parente spirituale ma non discepolo di Giuseppe Manzone è il monferrino Carlo Terzolo, un artista tra i più interessanti della mostra, uno dei giovani novecentisti che molto promettono per coscienziosità di studio e per finezza di gusto. Questo paesista che sa dare insieme la descrizione quasi mappale della campagna amata e la poesia di certe ore in campagna, solitarie e melanconiche, in un vasto quadro interpreta e rende felicemente il senso georgico delle colline vitifere di Nizza Monferrato quando sono monocromizzate dalla soffice neve e su di esse incombe il cielo grigio e pesante. Artista di notevolissime possibilità Carlo Terzolo è uno di quelli che saranno presto chiamati a rappresentare la pittura piemontese nelle grandi gare nazionali e internazionali” (agosto 1932).

Alla XXXIII Esposizione della Società degli “Amici dell’Arte” che si tiene a Torino da ottobre a dicembre ha tre opere: Paese a Reaglie, Paese a Nizza Monferrato, Paese a Nizza Monferrato. Insieme con altre manifestazioni, nell’occasione meritano attenzione il Salone dell’Aeropittura Futurista – in cui espongono Enrico Prampolini, Gerardo Dottori, Fillia, Tato, Benedetta, Pippo Oriani, Mino Rosso, Diulgheroff, Pozzo, Andreoni, Ambrosi, Marisa Mori, Zucco, Alberti, Crali ed altri – e la mostra personale con 36 opere di Alberto Savinio, da Terzolo già incontrato a Parigi nel 1925 e che ora, per qualche tempo, vive nella villa del cognato a Villastellone, un piccolo centro nei dintorni di Torino.

Nel 1933 è organizzata a Casale Monferrato dal 19 marzo al 2 aprile nelle sale dell’Accademia Filarmonica, la Mostra Sindacale della Provincia di Alessandria. Tre sono le opere di Terzolo: Paese a Sassi, Paese verso sera, Paese a Reaglie. “Carlo Terzolo presenta tre paesaggi ritratti con amorosa minuzia, con una colorazione lieve e fine, soffusi di poesia elegiaca: particolarmente degno di attenzione ci sembra il Paese a Reaglie” (R. Scaglia, “Alexandria”, maggio 1933).

Pare interessante sottolineare che quello appena indicato è il primo numero di “Alexandria”, rivista mensile della Provincia di Alessandria, che acquisirà attenzione e consensi anche in ambito nazionale. Fin dal primo numero, dunque, e fino a quando, nell’aprile del 1935, vena istituita la nuova Provincia di Asti, la rivista continuerà ad occuparsi puntualmente dell’attività del “comprovinciale” Carlo Terzolo, pubblicandone disegni e opere.

Il 30 aprile “in apposita cappella della Chiesa parrocchiale maggiore di S. Giovanni di Nizza Monferrato, è stato collocato con una solenne cerimonia un grande quadro del beato don Giovanni Bosco, opera assai pregevole del pittore Carlo Terzolo. La raffinata modernità dello sfondo (rappresentante la Nizza salesiana) si lega molto bene alle figure dipinte con estrema aria obiettivistica in modo da interessare anche l’umile gente”, riferisce “Alexandria” nel numero di giugno 1933. Per la cronaca, per la figura di Don Bosco ha posato l’amico Sergio Amidei, il futuro sceneggiatore di Roma città aperta.

Alla Prima Mostra del Sindacato Nazionale di Belle Arti in corso a Firenze dal 28 aprile al 28 giugno prende parte con Dintorni di Nizza e La casa delle api, riprodotta sulla “Gazzetta del Popolo” del 29 aprile.

In maggio figura alla Quinta Esposizione Sindacale (91° della Promotrice) di Torino con Primavera a Reaglie e Paese.

Su idea di Marinetti viene istituito un premio di pittura per celebrare “i fascini diversi e sorprendenti della Spezia, di Lerici, S. Terenzo, Portovenere, ecc.”. In collaborazione con enti turistici e altre istituzioni della Riviera ligure viene costituita la Casa d’Arte della Spezia e in questa sede ha luogo dal 16 settembre al 4 novembre il “Premio Nazionale di Pittura Golfo della Spezia”. La giuria è composta da Marinetti, Orlando Grosso, Antonio Maraini, Felice Casorati, Enrico Prampolini, Fillia e Enrico Cannassi. Alla manifestazione sono presenti molti degli artisti che figurarono qualche mese prima al Salone dell’Aeropittura Futurista organizzato nell’ultima mostra della Società degli “Amici dell’Arte” di Torino. Anche Terzolo è invitato e presenta le opere Golfo di La Spezia o Muggiano, 1930 e con ogni probabilità Il Golfo dei poeti, delle navi da guerra e degli idroplani. Questo quadro viene comunque acquistato dal Podestà della Spezia per il Museo d’arte moderna e del paesaggio del Tirreno (cfr. “Gazzetta del Popolo”, 11 novembre; “Alexandria”, novembre 1933).

Alla XXXIV Esposizione della Società degli “Amici dell’Arte” che si apre in novembre a Torino, prende parte con Studio di paese (Incisa), La casa rossa, Nevicata.

In dicembre partecipa alla Mostra natalizia del Circolo degli Artisti.

Nel 1934 è invitato alla XIX Esposizione Biennale Internazionale d’Arte di Venezia e propone cinque opere: Intervallo di pioggia, Case al sole, Reaglie-Il ponte del Leone, Le rocche di Pocapaglia, Neve sui colli di Nizza Monferrato. Le rocche di Pocapaglia è acquistata per lire 2.000 dal Municipio di Torino per la Civica Galleria d’Arte Moderna. “Un giovane debuttante a Venezia, Carlo Terzolo, con le sue mappali descrizioni di ville e di cascine dei colli subalpini e monferrini invernali e primaverili, continua, certo senza volerlo, a Venezia una sua placida polemica, iniziata sulle rive del Po e a Nizza Monferrato dipingendo con scrupolo da certosino tutte le cose che gli vengono sotto gli occhi; una casa o due ciclisti, un covone o un alberello di pesco in fiore, lo stelo dell’erba o un sasso in mezzo al viottolo”, scrive Emilio Zanzi (“Gazzetta del Popolo”, 12 maggio 1934) ed Ugo Ojetti richiama l’attenzione su “Terzolo minuto e fiammingheggiante con la sua Neve a Nizza Monferrato (“Corriere della Sera”, 3 giugno 1934). Raffaele Calzini nota: “Una forma paesaggistica nuova, che mette capo a Brueghel, appare nella pittura europea (la segnaleremo anche nei padiglioni stranieri) e in Italia con la tavolozza di un giovane torinese, Carlo Terzolo che, specie in Neve sui colli di Nizza Monferrato, ottiene effetti di delicata atmosfera e di amorosa indagine punteggiando ogni siepe, ogni albero, e modellando con un amore da primitivo ogni contorno della campagna” (“Il Popolo d’Italia”, 6 giugno 1934). E Ugo Nebbia: “Fra i nuovi piemontesi, riesce a farsi sentire il giovanile barocchismo di Cremona, a contrasto colla più fresca precisione paesistica di Terzolo” (“Emporium”, giugno 1934). Note favorevoli gli giungono anche da Claude Roger-Marx che scrivendo sul francese “Le Jour” apprezza il giovane paesista come uno degli artisti “grace auxquels s’affirment la décence, le retour à des moyens simples, à l’émotion sincère, la lutte victorieuse contre les influences extérieures et les formules…” (18 giugno 1934).

La Società londinese The men of the tree (Gli uomini dell’albero), perseguendo le proprie finalità di diffondere l’amore per gli alberi, la loro conoscenza e il loro rispetto, organizza per il mese di novembre la Mostra d’Arte avente a soggetto appunto l’albero e chiede all’on. Antonio Maraini, Segretario del Sindacato degli Artisti italiani e delle Biennali di Venezia, l’indicazione di due artisti italiani che possano parteciparvi, presentando “non un paesaggio ma un vero e proprio ritratto d’albero”. Ritenendo che occorra a ciò “designare due artisti che si siano affermati come degli osservatori ed esecutori scrupolosi”, l’invito viene fatto rivolgere a Carlo Terzolo e al toscano Memo Vagaggini. Terzolo invia Castagno del Monferrato, Vagaggini Pini sulla marina di Pisa.

Nel 1935 da gennaio a giugno ha luogo la Mostra Circolante d’Arte Figurativa a Varsavia, Cracovia, Poznan, Bucarest e Sofia, indetta dal Ministero per la Stampa e Propaganda. È organizzata dalla Biennale di Venezia con opere scelte tra quelle esposte nella Biennale del 1934. Terzolo è designato a partecipare con l’opera Neve sui colli di Nizza Monferrato. A Varsavia gli è assegnato il Primo Premio del Paesaggio.

Ad Alessandria, alla Casina del Guf presso il Teatro Virginia Marini, il 28 gennaio con un discorso di Emilio Zanzi viene inaugurata una mostra personale di Carlo Terzolo e della scultrice Claudia Formica.

Invitato alla Seconda Quadriennale d’Arte Nazionale di Roma che ha luogo da febbraio a luglio, invia Autunno nel Monferrato.

In aprile alla Settima Esposizione Sindacale (93° della Promotrice) di Torino ha tre Paesaggi. Uno di essi, è acquistato per disposizione di S. M. il Re ed è tuttora custodito nella Quadreria del Quirinale.

Nella cronaca che dedica alla consueta Esposizione natalizia della Società d’Incoraggiamento alle Belle Arti del Circolo degli Artisti, Emilio Zanzi non manca di ricordare l’edizione del 1930, quando “in quelle sale abbiamo potuto osservare, per la prima volta, la meticolosa, presepiale ed apparentemente ingenua arte di Carlo Terzolo il quale con i Ciclisti di Reaglie aveva portato là dentro un po’ di scandalo” (“Gazzetta del Popolo”, 16 gennaio 1936).

Nel 1936 da gennaio a marzo ha luogo la Mostra d’Arte Italiana Moderna a Budapest, indetta dal Ministero per la Stampa e Propaganda ed allestita nelle sale del Palazzo delle Belle Arti. Nuovamente designato a prendervi parte, Terzolo espone l’opera Orto di campagna e gli viene assegnato il diploma di medaglia d’oro.

In marzo è organizzata ad Asti la 1° Mostra d’Arte del Sindacato Provinciale e Terzolo vi presenta le opere Paesaggio del Monferrato, Paesaggio, Paesaggio.

In giugno, invitato con un’opera alla XX Esposizione Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, propone Contadini del Monferrato, acquistata dall’Istituto Nazionale delle Assicurazioni di Roma per lire 4.000.

In settembre nell’ambito delle “Onoranze a Francesco Cirio nel 1° Centenario della nascita” organizzate dalla Città di Nizza Monferrato, viene allestita al Circolo Sociale, a cura di Carlo Terzolo e di Claudia Formica, una Mostra d’Arte che vede tra i partecipanti lo scultore Ernesto Masuelli, Luciano Bersano, Manlio Isoardi, E. Roberti, D. Ferraresi, R. Vercelli. Nell’occasione è anche attivo collaboratore nelle varie manifestazioni che accompagnano i festeggiamenti.

Alla XXXVI Esposizione della Società degli “Amici dell’Arte” di Torino organizzata da ottobre a dicembre nel Palazzo della Promotrice è presente con sette tempere (due studi e cinque paesaggi). Utilizzando la tecnica dell’affresco realizza due importanti decorazioni d’arte sacra nella Cappella Baudoin nel Cimitero di Asti.

Nel 1937 alla Nona Esposizione Sindacale (95° della Promotrice) di Torino che ha luogo da maggio a giugno presenta Paesaggio del Monferrato, Primavera sulla collina torinese, Verso sera. Gli viene assegnato il Premio Raymond.

È organizzata ad Asti dal 23 ottobre al 21 novembre, nelle sale del palazzo Di Bellino, la Mostra d’Arte Astigiana. Nella sezione dell’Arte Moderna Terzolo espone Sera, Neve sui colli, Autoritratto.

Dal novembre 1937 al marzo 1938 ha luogo la Mostra del Paesaggio Italiano nei Paesi Baltici (Varsavia, Helsinki, Riga, Tammikuussa, Grudzien, Kaunas, Tallinn), indetta dal Ministero della Cultura Popolare e curata dalla Biennale di Venezia. A Varsavia, prima tappa, la Mostra si inaugura nei saloni del Museo Nazionale; a Tallinn la manifestazione è organizzata nel marzo 1938 da Indro Montanelli, direttore dell’Istituto Italiano per l’Estonia. Terzolo, che è fra gli artisti invitati a partecipare, vende qui, per lire 2.000, la sua opera Estate sul lago.

Viene successivamente designato a partecipare alla Mostra Internazionale d’Arte di Atene.

Nel 1938 a Venezia, alla XXI Biennale, nella Mostra dei Concorsi del paesaggio e del ritratto ha un’opera, Paesaggio di neve nel Monferrato, che viene acquistata dal Comune di Milano per lire 2.800.

Da ottobre a novembre ha luogo la Decima Esposizione Sindacale (96° della Promotrice) di Torino, alla quale invia Paese di Pocapaglia, Primavera a Reaglie, Cascina di Pocapaglia. Gli viene assegnato il Premio del Partito Nazionale Fascista. Sottolinea Albino Galvano: “Un posto a sé vogliono Galante e Terzolo: l’uno da esperienze di avanguardia trae materia di contenuta e sommessa poesia; il secondo concreta in un più vivo e mosso fare pittorico l’analitica visione del paesaggio che gli è così personalmente propria” (“Emporium”, novembre 1938).

In dicembre la Galleria di Roma della Confederazione dei Professionisti e Artisti ospita, nella sua XIX Mostra, un gruppo di Artisti Piemontesi scelti fra quelli che hanno partecipato all’ultima Sindacale Torinese. Terzolo è fra i presenti e di lui sono proposte quelle tre stesse opere esposte alla Promotrice.

Nel 1939 è nuovamente presente a Roma, dove da febbraio a luglio si tiene la III Quadriennale d’Arte Nazionale. Invitato, espone Dintorni di Bra.

Partecipa ad Asti alla Seconda Mostra Sindacale d’Arte, organizzata dal 21 al 30 aprile nella sede del Guf presso il Teatro Alfieri per iniziativa di Carlo Caratti. Espone tre opere: Paese del Monferrato, Paese delle Langhe, Marina.

In maggio prende parte all’esposizione di “Vedute di Torino” ordinata da Italo Cremona alla Pro Coltura Femminile. “Più interessanti, pur diverse per tecnica e per intendimenti estetici ci sono sembrate le opere esposte dal Terzolo, attento e geniale scopritore di molti segreti urbanistico-collinari” (E. Zanzi, “Gazzetta del Popolo”, 25 maggio 1939).

Il 30 maggio si inaugura l’Undicesima Esposizione Sindacale (97° della Promotrice) di Torino. Terzolo propone Estate a Pocapaglia, Sole d’inverno e Primavera nel Monferrato (1937-38), opera che, acquistata per lire 850 dal Ministero dell’Educazione Nazionale figura tuttora nelle collezioni della Galleria Sabauda di Torino.

Nel 1940 è invitato con una mostra personale alla XXII Esposizione Biennale Internazionale d’Arte di Venezia che è indetta dal 18 maggio al 20 ottobre e che ospita, tra le mostre retrospettive, quelle dei suoi maestri Giacomo Grosso e Cesare Ferro. Nella Sala 48 che condivide con Domenico Valinotti, presenta 11 opere: Mattino a Pocapaglia, Marzo – Reaglie, Campagna d’estate – Bra, Inverno a Pocapaglia, Reaglie, La strada di Pocapaglia, Aprile – Reaglie, La fornace – Bra, Paesaggio con carretto – Bra, Cortile a Bra, Sera d’autunno – Reaglie. La fornace – Bra (1939) è acquistata dal Museo Civico di Torino; Cortile a Bra dal Ministero dell’Agricoltura e Foreste di Roma; Aprile – Reaglie dalla Confederazione Fascista degli Agricoltori; Paesaggio con carretto – Bra dalla Banca d’Italia di Roma. Commenta Marziano Bernardi: “Il meglio di Carlo Terzolo lo ritroviamo, come sempre, nei quadri ov’egli indugia a descriverci con amorosissima cura e con tranquilla pazienza ogni particolare della campagna piemontese, la strada, la cascina, l’aia, il filare” (“La Stampa”, 18 maggio 1940).

In ottobre alla 3° Mostra Sindacale Provinciale di Torino espone I salici – Reaglie, Villa Sartoris – Bra, Pioggia nella valle – Reaglie.

Tra l’estate e l’autunno realizza due grandi affreschi per la Sala del Teatro di Villa Boglione a Bra. Nel primo raffigura il gruppo di famiglia al completo nel giardino della Villa; nel secondo, in cui egli si ritrae nelle sembianze di Arlecchino, rappresenta invece alcune maschere tratte dalla Commedia dell’Arte. Durante il soggiorno presso la famiglia Boglione esegue anche numerosi studi preparatori su carta spolvero, tra i quali i ritratti delle figlie Rosanna e Valeria.

Nel febbraio del 1941 viene richiamato alle armi come ufficiale presso il 1° Reggimento Artiglieria di Torino insieme con l’amico scrittore Bruno Fonzi. All’inizio del 1942, messo a disposizione del Ministero dell’Aeronautica, passa in aggregazione al comparto di Centocelle Nord con compiti di osservatore sugli idrovolanti Cant Z 501 e 506. E’ a Castelvetrano, Avigliana, Marsala, Trapani, non tralasciando di realizzare dipinti raffiguranti quei luoghi. Dapprima con il grado di Sottotenente e poi con quello di Tenente di Artiglieria, dal 18 novembre 1942 all’8 settembre 1943 parteciperà alle operazioni di guerra che si svolgono in territorio nazionale, assegnato alla Difesa Contraerea con il 55° Gruppo e poi con il 53° Raggruppamento Artiglieria.

In maggio alla Tredicesima Esposizione Sindacale (99° della Promotrice) di Torino invia Mattino a Pocapaglia, Reaglie, Sera di autunno – Reaglie. “Il Terzolo è ritornato alla sua arte personalissima che, nella visione vasta dell’insieme, non trascura il particolare e pone case, alberi ed erbe, in un’atmosfera quasi di stupefazione” (E. Zanzi, “Gazzetta del Popolo”, 3 maggio 1941). L’opera Reaglie è acquistata per lire 1.400 dalla Confederazione Fascista dei Professionisti e degli Artisti.

Nel 1942 alla Quattordicesima Esposizione Sindacale (100° della Promotrice) che si inaugura in maggio a Torino, nella Sezione degli Artisti alle Armi ha cinque opere: Tende nel bosco, Ritratto del capitano, Alta montagna, Cascina Rolle, Forte dei Marmi. Gli viene assegnato il “Premio del Duce”.

Invitato alla XXIII Esposizione Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, invia sette opere: nel “Padiglione Italia”, Il vaglio; nel Padiglione della Regia Aeronautica, Idroscalo con barche, Officine da campo, Angolo d’idroscalo con capannone, Messa al campo, Idroplani in attesa di rifornimento e Idroplani in attesa di partire, opera, quest’ultima, acquistata dal Ministero dell’Aeronautica di Roma.

In giugno è presente nella mostra collettiva di pittura organizzata presso la Galleria Martina di Torino. Nel 1943 invitato alla IV Quadriennale d’Arte Nazionale di Roma che si apre in maggio, espone tre opere: Sera d’autunno, Alta montagna, Marzo a Reaglie.

In luglio si tiene a Roma, alla Galleria di Roma, la Mostra d’Arte Aeronautica, indetta dal Ministero dell’Aeronautica. Con Anselmo Bucci, Barrera, Trombadori, i Cascella ed i futuristi Verossì, Crali, Chetoffi, Ambrosi, Di Bosso con i quali ha esposto all’ultima Biennale di Venezia, figura anche Terzolo. Tale manifestazione segue la Seconda mostra d’arte marinara, indetta dal Ministero della Marina il mese precedente nella stessa Galleria. Ad essa ha preso parte Massimo Quaglino. Nell’occasione della mostra conosce la scrittrice Sibilla Aleramo.

All’8 settembre 1943 entra nelle file della Resistenza, che vive sulle colline torinesi fino alla Liberazione.

Nel 1944 dal 25 novembre a tutto dicembre la Galleria Garlanda di Biella ospita una mostra personale del pittore Carlo Terzolo. “Sono esposte una trentina di opere che confermano la particolare felicità di questo pittore per il paesaggio visto con occhio nitido e con equilibrata partecipazione affettiva e reso mediante una tecnica che ha conservato attraverso gli anni, nonostante la sapienza acquisita, la sua primitiva ingenuità”, riferisce la “Gazzetta del Popolo” del 29 novembre.

Il 3 agosto 1945 viene costituita a Torino l’“Alba”, una nuova istituzione che nel nome sintetizza due significati in un’unica sigla: quello di “Accademia Libera di Belle Arti” e quello di “alba”, in senso simbolico e mitico evocato dalle lettere iniziali del nome dato appunto all’istituzione stessa, con significante allusione al contesto storico del momento. L’iniziativa è del “Fronte della Gioventù” di Torino; la sede è in Corso Massimo d’Azeglio al Palazzo della Moda. Undici sono i soci fondatori, tra i quali Pippo Bercetti, Anna Bovero, Domenico Buratti, Mario Micheletti, Carlo Terzolo. L’inizio dell’attività è del gennaio 1946; insegnanti sono gli stessi Bercetti, Buratti, Micheletti, Terzolo ed inoltre Augusto Bertinaria, Armando Testa, Carlo Tribaudino e altri. Costretta a sgomberare nel settembre 1947 e trasferita in un’altra sede di fortuna in via Cesare Balbo angolo Corso Regina Margherita, l’“Alba”, pur frequentata da molti allievi, cesserà la breve stagione della sua attività nel 1948 (cfr. L. Cabutti, Quell’Alba del tre agosto mezzo secolo fa. L’Accademia Libera di Belle Arti a Torino 1945-1948, 1995 e Maria Teresa Roberto in Arte a Torino 1946-53, catalogo della mostra presso l’Accademia Albertina, 1983).

Nel 1946 ad Alessandria dal 20 al 27 aprile nel Salone dell’Associazione Commercianti di via Trotti è aperta una mostra collettiva d’eccezione riservata a Giulio Benzi, Cino Bozzetti, Carlo Carrà, Gigi Cuniolo, Giuseppe Manzone, Pietro Morando, Eso Peluzzi, Carlo Terzolo. Ogni artista è presente con tre opere.

A Tortona il 13 ottobre si inaugura nei locali dell’Asilo Monumento la Mostra del Premio di Pittura Pellizza da Volpedo. Di Terzolo è esposta l’opera Sera d’autunno a Reaglie.

Nel 1947 organizzata da un comitato formato da Umberto Mastroianni, Mattia Moreni, Ettore Sottsass jr., Oscar Navarro, Piero Bargis e Luigi Spazzapan (presidente), ha luogo a Torino a Palazzo Madama dal 15 febbraio al 15 marzo la manifestazione “Arte italiana d’oggi. Premio Torino 1947”. Terzolo è tra i partecipanti al concorso di pittura.

Nel 1948 è invitato alla Rassegna Nazionale di Arti Figurative (V Quadriennale) che da marzo a maggio si svolge a Roma ai Mercati Traianei ed espone La casa dell’ortolano.

Il 4 maggio si inaugura alla Pinacoteca Civica di Asti la Mostra di Pittura Contemporanea Piemontese, alla quale presenta l’opera Monferrato.

Dal 29 maggio al 30 settembre si tiene la XXIV Biennale di Venezia, alla quale, ancora una volta invitato, espone Autunno nel Monferrato (1947).

A Saint Vincent ha luogo in ottobre al Grand Hotel Billia il Gran Premio Saint Vincent per la pittura e la scultura, organizzato da Luigi Carluccio; vi partecipa con Paesaggio.

Nel 1949 dal 19 febbraio al 2 marzo un gruppo di una ventina di pittori, con letterati e critici d’arte, si riunisce a dipingere per una decina di giorni a Bardonecchia, ospitato da Renato Perego nel suo “Hotel Frejus”. Sono promotori dell’iniziativa, sotto l’egida dell’Ente Provinciale Turismo di Torino, lo stesso Perego, Teonesto Deabate, Massimo Quaglino e Domenico Valinotti, il quale scriverà: «Si discusse, si scelsero i nomi, ci si consigliò con i colleghi e alla fine ecco sfornati i “diciotto”: Bartolini, Bertinaria, Boetto, Del Bon, Da Milano, Deabate, Lilloni, Maggi, Martina, Menzio, Morelli, Peluzzi, Quaglino, Rambaldi, Rosso, Seibezzi, Savinio, Stroppa, Terzolo e Valinotti. Qualcuno non poté essere presente al primo raduno, si fecero delle aggiunte e vennero Salietti, Spilimbergo, Saccorotti, Dalla Zorza, Chicco, Frisia» (“Torino”, febbraio 1950). È questo il primo di un originalissimo “Raduno di pittori” che, per il nome e la rinomanza degli intervenuti, acquista subito rilevante importanza e la cui formula diverrà esemplare per altre consimili iniziative successive. Gli iniziali “18 Pittori di Bardonecchia” diventeranno, nelle successive edizioni estive ed invernali dei “Raduni”, una quarantina. Si aggiungeranno infatti a quelli nominati artisti come Solari, Cattabriga, Ciardo, Da Venezia, De Grada, Brancaccio, Daphne Maugham Casorati, Paulucci, Pittino, Tettamanti, Tomea, Omiccioli, Cortiello, Carletti, De Amicis, Mori, Nizzoli, Semeghini, Vagnetti ed altri.

In aprile le opere dei “18 Pittori a Bardonecchia” sono ospitate alla Galleria “L’Annunciata” di Milano, poi in maggio a Torino alla Galleria Fogliato, quindi a Napoli alla Galleria Medea e in dicembre, con presentazione al pubblico di Marziano Bernardi, alla Galleria Rotta di Genova. Negli anni a seguire tali esposizioni continueranno, toccando diverse città e suscitando sempre molto interesse: si citeranno qui solo le principali.

In maggio con il dipinto Autunno nel Monferrato è ad Alessandria, dove alla Pinacoteca Civica è organizzata la III Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea.

In settembre a Cavoretto viene organizzata dalla Società «Al Cavallino Bianco» la Mostra del Premio di Pittura “Alberto Pasini” avente per tema «La collina torinese». Quaranta pittori vi concorrono; la Commissione giudicatrice decide di dividere il primo premio in «due primi premi ex aequo» assegnandoli a Cesare Maggi e a Carlo Terzolo.

In ottobre partecipa alla Mostra Nazionale d’Arte – 105° Promotrice di Torino. Nella Sala VIII (Gruppo di Bardonecchia) espone Bardonecchia ed inoltre, nella Sala XIII, Dintorni di Bardonecchia.

Inizia intanto ufficialmente la carriera di docente, una attività già sperimentata peraltro, come si è visto, con l’iniziativa legata all’istituzione “Alba”.

L’amico Domenico Valinotti, titolare della Cattedra di Figura Disegnata del Liceo Artistico dell’Accademia Albertina, conosce bene le sue attitudini e sottopone domanda perché gli venga assegnato un assistente “nella persona del pittore Carlo Terzolo, di ben conosciuta capacità didattica”. Negli anni scolastici 1949-50 e 1950-51 Terzolo è dunque collaboratore e assistente alla citata cattedra presso il Liceo Artistico dell’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino. Dall’anno scolastico 1956-57 sarà incaricato alla cattedra di Ornato Disegnato presso lo stesso Liceo e sarà infine titolare della cattedra di Decorazione presso l’Accademia Albertina, ove era stato allievo.

A Casale Monferrato si tiene in aprile all’Accademia Filarmonica la Mostra Provinciale d’Arte a cura del Libero Sindacato d’Arti Figurative di Casale. Invitato, propone Paese.

Il 10 agosto sposa Laura Lanfranco.

Esegue un grande affresco nella Cappella Ferraris del Cimitero di Castellazzo Bormida.

Muore Cesare Pavese, l’amico scrittore e poeta sulla cui opera letteraria tanto hanno influito i ricordi degli anni passati tra le colline e le vigne della Langa di Santo Stefano Belbo. Vengono così meno i progetti e le ipotesi di lavoro che a quanto pare avrebbero unito i due artisti in rapporti di collaborazione.

A Torino dal 3 maggio al 3 giugno a La Quadriennale 1951, nella sala quinta “spiccano due stagioni di Terzolo piacevolmente favolistiche”, Autunno e Primavera. La Commissione per i premi-acquisto “Città di Torino” per la pittura assegna il Primo Premio di lire 500.000 al suo dipinto Primavera (1951), che entra nelle collezioni della Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino.

A Roma l’Associazione Artistica Internazionale ospita in via Margutta dal 23 maggio al 9 giugno la Mostra Romana dei “Pittori a Bardonecchia”.

Il 10 giugno nasce il figlio Luca.

Nell’estate è invitato ad Alassio al Raduno dei pittori torinesi (Casorati, Spazzapan, Valinotti, Maggi, Da Milano, Paulucci, Menzio, Vellan ed altri) ospitati per una settimana dall’industriale torinese Tancredi De Coll’ allo scopo di ritrarre le bellezze del luogo. Nell’ex Chiesa degli Inglesi viene poi allestita la mostra dei quadri realizzati. Prende avvio, per iniziativa di Almerico Tomaselli, il “Raduno dei pittori piemontesi sulla Costiera Amalfitana”. Per questa prima edizione, in settembre sono invitati a Salerno, dal locale Ente del Turismo e da alcuni albergatori di Amalfi, Positano e Ravello, per interpretare le bellezze dei luoghi, i pittori Bertinaria, Borsoni, Calierno, Cremona, Quaglino, Sicbaldi, Stroppa, Terzolo e lo stesso Tomaselli. La manifestazione si ripeterà per molti anni successivi e vi si alterneranno via via altri numerosi artisti. Terzolo sarà invitato molte volte; le opere realizzate dai pittori saranno costantemente esposte a Torino e a Napoli.

Esegue un vasto affresco nel Salone delle contrattazioni della Borsa Merci di Torino. Su una parete di oltre 92 m2 dipinge raffigurazioni simboliche del lavoro. Le scene hanno per tema il mondo agricolo e rappresentano la raccolta delle olive, la vendemmia, la pigiatura dell’uva, la spannocchiatura ed altre attività. A causa di un incendio l’affresco subisce gravi danni e nel 1974 l’autore lo riporterà allo stato originario con la collaborazione del restauratore Cambursano.

Dal 29 aprile al 12 maggio la Galleria La Bussola di Torino gli dedica una importante mostra personale, con la presentazione di Italo Cremona. Viene proposta una trentina di quadri.

In dicembre prende parte alla 92° mostra della Società di Incoraggiamento alle Belle Arti del Circolo degli Artisti di Torino.

A Firenze dal 28 marzo al 28 aprile alla Galleria dell’Accademia l’Unione Fiorentina indice la “IV Mostra Nazionale Premio del Fiorino”. Terzolo vi prende parte con Il pescheto e L’orto.

In maggio alla VI Mostra Nazionale d’Arte ordinata alla Pinacoteca Civica di Alessandria espone il dipinto Amalfi.

Partecipa all’Esposizione Nazionale di Arti Figurative per i “Premi Città di Torino” – 110° Promotrice, in corso dal 3 maggio al 29 giugno presentando tre opere “fuori concorso”: Primavera nelle Langhe, Marina, La Cascina.

Con due opere è invitato alla Mostra delle Arti Figurative organizzata in agosto a Roma al Palazzo dell’EUR, nel quadro delle manifestazioni dell’Esposizione Internazionale dell’Agricoltura.

Nel 1954, eletto dagli artisti a far parte della Commissione Artistica della Società Promotrice per il biennio 1954-55, all’Esposizione di Arte Contemporanea Piemontese (111° Promotrice) che si apre in aprile presenta Il ponte del Leone.

Alla “Seconda Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea. Premio Marzotto 1954”, inaugurata a fine maggio al Palazzo Reale di Milano è invitato con tre opere: Autunno nel Monferrato, Inverno nel Monferrato, Primavera nel Monferrato.

Il 17 ottobre un gruppo di 16 pittori torinesi tra i quali Casorati, Cremona, Quaglino, Valinotti e Terzolo è invitato dall’E.P.T. di Torino e dalla Pro Loco ad Agliè, al “Meleto” di Guido Gozzano, per esplorare e conoscere, in un incontro tra poesia e pittura, i luoghi più cari ed il paesaggio più intimo del poeta. Viene proposto agli artisti di illustrare e di interpretare, con disegni, passi di liriche di Guido Gozzano suggeriti o tratti da Ernesto Caballo da “La via del rifugio” e dai “Colloqui”. I lavori sono destinati ad essere riprodotti in una edizione d’arte riguardante la vita e l’opera del poeta canavesano.

Nel 1955 viene invitato, in maggio, a “La Quadriennale 1955 – Premi Città di Torino” (112° Promotrice) ed espone Dintorni di Nizza Monferrato. Gli viene assegnato uno dei “Premi Città di Torino”.

Prende parte con l’opera La cascina alla VII Mostra Nazionale di Arte Contemporanea organizzata alla Pinacoteca Civica di Alessandria da ottobre a novembre.

A Roma, nel Palazzo delle Esposizioni, dal novembre 1955 all’aprile 1956 si tiene la VII Quadriennale Nazionale d’Arte. Invitato, presenta Paesaggio, Il carradore, Paesaggio.

Il 29 dicembre una mostra di “Pittori di Torino sulla costa di Amalfi” viene inaugurata alla Galleria La Bussola di Torino. Sedici sono in questa occasione gli artisti rappresentati, tra i quali Terzolo, Quaglino, Menzio, Scroppo, Spazzapan, Chicco, Sicbaldi.

Viene pubblicato il volume Torino – Quaranta disegni di pittori torinesi, presentato da Ernesto Caballo e con prefazione di Salvator Gotta. Terzolo figura con Superga.

È chiamato a far parte della Commissione Igienico-Edilizia del Comune di Torino per il biennio 1956-57.

Nel 1956 è fra gli artisti partecipanti al Premio di pittura “Giovanni Bussa” per il paesaggio, indetto in aprile nel Museo Civico di Asti.

All’Esposizione Nazionale di Belle Arti – 113° Promotrice di Torino che si inaugura in maggio, nella Sezione del Paesaggio Piemontese presenta Autunno a Pocapaglia.

Come omaggio a Gozzano nel quarantennio della morte, l’E.P.T. di Torino allestisce in giugno nella Galleria della “Gazzetta del Popolo” la mostra di trentadue disegni – due per ogni artista – con cui sedici pittori subalpini, fra cui Terzolo, offrono, come esito rilevante di un viaggio sulle tracce del poeta, idonei commenti pittorici al sentimento di Guido ed alle suggestioni del suo mondo. Sedici di quei fogli vengono riprodotti, e commentati da Ernesto Caballo, in un grazioso libretto, Passeggiate con Guido. Questa raccolta gozzaniana verrà varie volte esposta.

Con una mostra personale è a Parigi, alla Galleria “Lara Vincy” in rue de Seine.

È l’anno in cui affresca la Cappella Del Beccaro e De Coster nel Cimitero Monumentale di Torino con una grande Deposizione realizzata “in un composto movimento drammatico” (cfr. “Gazzetta del Popolo”, 31 ottobre 1956).

Nel 1957 è presente con un Paesaggio alla “1° Mostra d’Arte” organizzata dal 18 al 28 aprile dalla nuova Associazione “Piemonte Artistico e Culturale” alla Galleria della “Gazzetta del Popolo” di Torino. Figura fra i componenti della Commissione Artistica dell’Associazione.

Nella Galleria della “Gazzetta del Popolo” il “Piemonte Artistico e Culturale” ospita dal 27 giugno al 15 luglio la mostra “Pittori Piemontesi della Costiera amalfitana e del Cilento”. Con Terzolo sono rappresentati, fra gli altri, Felice e Francesco Casorati, Sicbaldi, Menzio, Quaglino, Fico, Monti. Per festeggiare il ritorno della famiglia dei Tallone nella vecchia casa materna di Alpignano, il 27 luglio viene inaugurata nel municipio una mostra composita, comprendente prodotti vari dell’artigianato e dell’agricoltura di quel centro piemontese, curiosità, cimeli, documenti riguardanti alpignanesi insigni, insieme ai dipinti del Tallone – Cesare, Guido, Giuditta – ed alla produzione grafica di Alberto. Artisti torinesi amici dei Tallone collaborano cordialmente alla festa ritraendo motivi di Alpignano. Sono Casorati, Cremona, Da Milano, Deabate, Manzone, Menzio, Paulucci, Peluzzi, Quaglino, Mino Rosso, Terzolo, Valinotti, Vellan.

Il 3 dicembre nella Galleria della “Gazzetta del Popolo” il “Piemonte Artistico e Culturale” inaugura la mostra dal tema “Ritratto di Torino”. Anche Terzolo è fra i partecipanti.

Nel 1958 partecipa in marzo alla Mostra dell’Autoritratto, una nuova iniziativa del “Piemonte Artistico e Culturale” di Torino.

Il 17 aprile nasce il figlio Paolo.

Ad Amalfi dal 21 al 31 luglio nelle sale dell’Azienda Autonoma di Soggiorno, “I Pittori Piemontesi della Costiera Amalfitana presentano “Paesaggi di Torino” (Raduno 1958)”. Alla mostra Terzolo partecipa insieme con Paulucci, Da Milano, Scroppo, Quaglino, Sicbaldi, Emprin, Fico.

In ottobre alla II Mostra d’Autunno di Arti Figurative del “Piemonte Artistico e Culturale” espone Piazza del Popolo.

In dicembre è presente alla mostra “Il dono di Natale”, manifestazione del “Piemonte Artistico e Culturale” alla Galleria della “Gazzetta del Popolo” di Torino.

Nel 1959 il 12 febbraio i Pittori Piemontesi che hanno partecipato al Raduno 1958 sulla costiera amalfitana e cilentana tengono alla Galleria Fogliato di Torino la mostra delle opere là realizzate. Sono presentati 48 quadri di nove artisti: Da Milano, De Bonis, Fico, Paulucci, Pontecorvo, Quaglino, Sicbaldi, Tomaselli e Terzolo, il quale espone: Case a Positano, Marina con barche a Positano, Angolo di Positano, Marina di Positano, Positano: il Duomo.

Alla “Quadriennale 1959” (116° Esposizione della Promotrice) di Torino inaugurata il 24 maggio propone Il pozzo, Angolo di cortile, Il carradore.

Invitato come ospite per ritrarre aspetti del paesaggio e della vita calabrese, prende parte alla quarta edizione del “Premio Villa S. Giovanni” di Pittura che ha luogo tra luglio ed agosto al Lido “Cenide” di Reggio Calabria e risulta tra gli artisti segnalati dalla Giuria. Alla manifestazione, organizzata dal Circolo di Cultura “Cenide”, verrà invitato a tutte le edizioni che si susseguiranno ogni anno fino al 1964.

Nell’estate un gruppo di una trentina di pittori torinesi è invitato dalla SIP a visitare il grandioso complesso, appena ultimato, delle opere dell’impianto idroelettrico di Avise in Valgrisanche, dove a 1700 metri è stata costruita la diga di Beauregard. Terzolo è fra i presenti e dipinge La diga di Beauregard.

Espone l’opera Il Piazzo al Premio di Pittura “Lorenzo Delleani” indetto dalla Città di Biella dal 19 settembre al 18 ottobre.

A Napoli la Galleria Medea ospita dal 31 ottobre al 12 novembre la mostra “10 pittori piemontesi sulle costiere salernitane”. Di Terzolo vengono proposte le opere Positano dalla spiaggia, Positano dal molo, Positano: scalinatella.

In novembre le opere elaborate dai pittori in Valgrisanche vengono esposte in mostra al “Piemonte Artistico e Culturale” di Torino.

Invitato all’VIII Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma, che si tiene dal dicembre 1959 all’aprile 1960 al Palazzo delle Esposizioni, invia La scala blu, Interno, Attrezzi agricoli.

“Dalla fine degli anni Cinquanta – rileva Pia Vivarelli – alla costante tematica del paesaggio piemontese si affiancano soggetti di interni con presenze umane ed oggetti sottilmente inquietanti: ne deriva una pittura ingenua ed ambigua insieme, in bilico, si direbbe quasi, tra il Morandi metafisico e Magritte” (Carlo Terzolo, in “Galleria Sabauda. Opere del Novecento”, 1987).

Nel I960 la Cervino S.p.A., nell’intento di costituire la “pinacoteca del Cervino”, promuove, in un arco di tempo che durerà fino al 1963, l’incontro, a turni, di pittori al Breuil, al Furggen, a Plateau Rosa. Nel mese di luglio è già al lavoro a Cervinia il primo gruppo di artisti invitati che costituisce l’avanguardia dell’iniziativa: Enrico Paulucci, Aligi Sassu, Italo Cremona, Carlo Terzolo, Riccardo Chicco, Adriano Sicbaldi, Massimo Quaglino. Moltissimi altri pittori – complessivamente 133 di 12 Paesi – seguiranno, a costituire l’originale biografia del Cervino. Nel repertorio della “Galleria del Cervino” Terzolo figurerà con il dipinto «Panopticum» di Cervinia e con il disegno La guida Camillo Silvano Frachey.

Come ha ricordato recentemente Angelo Dragone (cfr. Le Langhe e i loro pittori, 1998), viene ideato, su suggerimento di Enrico Paulucci, il concorso per le “Insegne d’arte” destinate ai negozi di Bossolasco, per rendere omaggio a un paese amato e frequentato da molti artisti. Ventotto sono i partecipanti, tra i quali figurano lo stesso Paulucci, Calandri, Peluzzi, Quaglino, Menzio e Terzolo, che realizza L’imbottigliatura (olio su metallo), un lavoro dedicato a una vineria e che “mostra un uomo, nella penombra della cantina, che sta tappando una bottiglia con la macchina apposita, un’operazione che segna l’identità di ogni vero langarolo” (F. Poli, 1997). Nel mese di giugno del 1961 gli artisti convenuti a Bossolasco salutano con l’inaugurazione delle opere realizzate il successo dell’iniziativa. A tanti anni di distanza, le insegne superstiti resteranno tredici e tra esse quella di Terzolo.

A Torre Pellice in agosto si svolge nel Collegio Valdese l’Undicesima Mostra d’Arte Contemporanea, alla quale presenta tre opere: Paesaggio 1953, Paesaggio, Positano. Non manca agli appuntamenti autunnali di pittura estemporanea indetti a Torre Pellice ed incentrati sul ricorrente tema “Val Pellice”. In conseguenza di tali manifestazioni sue opere entrano nella collezione della Civica Galleria d’Arte Contemporanea creata da Filippo Scroppo.

Per iniziativa dell’Associazione “Piemonte Artistico e Culturale” viene pubblicato a cura di Ernesto Caballo il volume Torino 1961. Ritratto della Città e della Regione. Sono chiamati a collaborare, per le illustrazioni, 57 noti artisti, tra i quali Terzolo, che fornisce il disegno Il Cervino. In dicembre viene inaugurata nella Galleria del sodalizio torinese la mostra dei disegni e dei dipinti riprodotti nel volume.

Lascia il vecchio studio di via Cardinal Maurizio per trasferirsi all’ultimo piano di via Perrone 4, nello studio lasciato da Umberto Mastroianni.

Nel 1961 in gennaio la Galleria Colongo di Biella organizza la mostra dei “Pittori in Valgrisanche”.

Tiene a Parigi la sua seconda mostra personale, ancora alla Galleria “Lara Vincy” in rue de Seine, a proposito della quale il noto critico Waldemar George esprime il proprio autorevole consenso.

Alla 119° Esposizione Nazionale che la Società Promotrice di Torino indice dal 10 giugno al 10 luglio presenta Cortile e Riposo. In settembre, mentre è ospite della famiglia dell’amico nicese Ottavio Berta, per il quale ha già eseguito alcuni dipinti con la tecnica dell’affresco, prende parte al V Raduno pittorico di Arenzano presentando tre acquerelli.

Vengono pubblicati due volumi curati da Ernesto Caballo: la seconda edizione di Cavalcata Torinese. 1748-1961 e Società Piemonte Centrale di Elettricità. Sessant’anni. Entrambi recano tavole fuori testo di Terzolo e di altri noti artisti.

Nel 1962 è invitato in maggio alla 120° Esposizione della Promotrice, la quale ha carattere regionale ma intende realizzare una valida antologia di un cinquantennio d’arte. Di Terzolo vengono proposte le opere Il ponte del Leone (1933), Inverno nel Monferrato e Segheria (1931), opera che viene acquistata per la Galleria d’Arte Moderna di Torino.

In luglio è invitato alla 2a Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea “Premio Città di Marsala 1962” e sarà invitato anche alla successiva edizione del 1963, dedicata a “Paesaggio ed aspetti di vita marsalese”.

Prende parte in novembre alla II Esposizione Nazionale d’Arte 1962 del Circolo Artistico Politecnico di Napoli con La scala blu e Riposo.

Dal 7 al 16 dicembre in collaborazione tra l’Assessorato al Turismo del Comune di Milano e l’Amministrazione Comunale di Casale Monferrato viene organizzata a Milano, nel Salone dell’Arengario di Palazzo Reale, una vasta “Mostra di Pittori del Monferrato”, con opere dei maggiori artisti piemontesi. Terzolo vi prende parte con Cortile.

Nel 1963 è invitato dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale a partecipare alla Mostra-Concorso di Arti Figurative per l’abbellimento, con opere d’arte, degli edifici pubblici di nuova costruzione, che ha luogo a Roma in maggio.

Nasce l’opera in due volumi Il Cervino e la sua tavolozza scritta da Ernesto Caballo, edita dalla Cervino S.p.A. e stampata da Alberto Tallone. Vi sono riprodotti rispettivamente l’olio ed il disegno da Terzolo dedicati al Cervino.

In settembre il “Piemonte Artistico e Culturale” organizza la Mostra Nazionale “Artisti d’oggi per il Barocco Piemontese”. Terzolo presenta Certosa di Collegno (portale) e Ingresso Accademia Filarmonica Torino, opera questa che viene assegnata alla Direzione di Torino della Rai – Radiotelevisione Italiana dalla Giuria designata al conferimento dei Premi-acquisto.

Nel 1964 in febbraio prende parte alla Mostra d’apertura della Galleria 25 di via Po a Torino.

La Galleria 25 di via Po ordina in aprile una “Selezione torinese di pittura contemporanea”, mostra di 18 pittori. Terzolo è presente con Menzio, Quaglino, Cremona, Da Milano, Politi.

In giugno partecipa alla Quadriennale Nazionale d’Arte (122° Promotrice) di Torino con La bottega del carradore.

Nel 1965 a Roma il 20 febbraio si inaugura alla Galleria Del Vantaggio una sua importante mostra personale. Sono esposti 20 dipinti, oltre a tempere e disegni. La presentazione in catalogo è di Giovanni Arpino.

Ad Alessandria, dal 5 al 21 giugno, la Galleria La Maggiolina allestisce la rassegna “Il Novecento Alessandrino. Artisti della vecchia Provincia di Alessandria”. Terzolo espone Ciclisti (1931) e Carradore (1964).

A Cuneo, dal 3 al 23 luglio, nel Salone dell’Ente Provinciale Turismo ha luogo la Mostra di Pittura “Le Langhe”, con opere di 27 pittori selezionate nell’incontro annuale di Bossolasco. Anche Terzolo è presente.

Sempre invitato, alla IX Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma, in corso dall’ottobre 1965 al marzo 1966, propone cinque opere: Cortile del carradore, La macchina schiacciapietre, Tiro a segno, Donna che impasta, Lo scolabottiglie.

Risulta eletto nel nuovo Consiglio del Sindacato Regionale Belle Arti di Torino insieme con Boccalatte e Manzone.

Nel 1966 con La scala blu figura nella Selezione di Pittura Contemporanea allestita in gennaio dalla Galleria La Maggiolina di Alessandria.

A Torino il “Centre International de Perfectionnement Professionel et Technique” organizza in marzo la mostra “Piemonte ’66. Tendances d’Art Contemporain”. Terzolo vi è rappresentato dall’opera Attrezzi agricoli.

A Bari dal 1 al 13 maggio la Galleria Niccolò Piccinni indice la V Rassegna dei Pittori Torinesi. Egli vi invia Paesaggio a Venezia e Arenzano (Liguria).

Nel 1967 con La madre del partigiano figura alla mostra “Resistenza e Arte 1967” organizzata dalla Galleria L’Approdo di Torino dal 30 maggio al 18 giugno.

Invitato con una mostra personale alla 125° Esposizione di Arti Figurative della Società Promotrice di Torino che ha luogo dal 3 al 30 giugno, invia cinque opere: Tiro a segno, Donna che impasta, Il cortile del carradore, Lo scolabottiglie, Lo schiacciapietre. Gli viene conferito il Premio Medaglia d’Oro per la pittura.

La Galleria La Bussola di Torino inaugura il 27 giugno la collettiva “Aspetti della pittura torinese”, con opere di Cremona, Galante, Da Milano, Calandri e Terzolo, che espone Aratura.

A Casale Monferrato dal 10 al 29 settembre nelle Scuole Elementari “Martiri della Libertà” è indetto il 3° Concorso-Mostra di Pittura “Castelli e Vigne del Monferrato” – Premio Nazionale “Marchesato del Monferrato”. Per l’opera Tempo di vendemmia gli viene assegnato il Diploma d’Onore ed il 1° Premio “Marchesato del Monferrato” di lire 1 milione istituito dalla Banca di Casale e del Monferrato.

A Torino dal 31 ottobre al 20 novembre nel Palazzo della Promotrice si tiene il Premio Nazionale SIMCA, istituito dalla casa automobilistica in concomitanza con la sua partecipazione al Salone dell’Automobile. Invitato alla partecipazione, espone Vecchia carrozzeria torinese.

A Nizza Monferrato il 12 novembre gli viene consegnato il “II premio del Paisan vignaiolo” nel “Museo delle Contadinerie delle terre di Asti” che l’amico Arturo Bersano ha creato e sviluppato avendo come collaboratore altrettanto attento ed appassionato lo stesso Terzolo. Fra i tanti e noti artisti – fra i quali Mario Vellani Marchi, Giuseppe Zigaina, gli alessandrini Pietro Morando, Enrico Goretta e Franco Sassi – che lo stesso Arturo Bersano chiama via via attorno a sé ad intrattenere rapporti di lavoro artistico-pubblicitario per la propria azienda vinicola, prende evidenza la presenza di Terzolo.

Nel 1968 sue opere figurano in marzo nella mostra “900 Piemontese”, allestita dalla Galleria Fogliato di Torino. Alle tradizionali rassegne della stessa galleria continuerà successivamente ad essere rappresentato con regolarità.

Ad Alessandria dal 9 al 30 giugno la Galleria La Maggiolina organizza la rassegna “Artisti Nostri in rievocazione della fondazione di Alessandria (1168-1968). Mostra Collettiva di Artisti del territorio alessandrino e monferrino”. Terzolo figura tra i promotori ed espone le opere Colline e Autunno.

A Torino nel Salone d’onore della Cassa di Risparmio è ospitata dal 12 al 19 giugno la mostra “Pittori a Bardonecchia”, in cui egli espone Hotel Frejus (1951).

In ottobre alla 126° Esposizione di Arti Figurative – Quadriennale Nazionale di Torino è presente con Autunno.

Alla XII Mostra d’Autunno di Arti Figurative che il “Piemonte Artistico e Culturale” organizza dal 26 ottobre al 9 novembre partecipa con Carradore. Gli viene conferito il “Premio Piemonte 1968” per la pittura.

I luoghi privilegiati della sua attività pittorica sono in questi anni quelli della riviera ligure, dove tra Arenzano e Noli trascorre le estati.

Nel 1969 invitato dall’Unione Fiorentina a partecipare con cinque opere alla “XIX Biennale Internazionale d’Arte Premio del Fiorino” che ha luogo a Palazzo Strozzi di Firenze dal 3 maggio al 15 giugno, presenta La scelta della cartolina (1969), Attrezzi agricoli (1959), Lo scolabottiglie (1965), La macchina schiacciapietre (1965) e Interno (1959). Per quest’opera la Giuria gli conferisce la Medaglia d’Oro del Presidente della Repubblica.

Nella collettiva “Pittori Piemontesi del Novecento” allestita in maggio ad Acqui Terme dalla Bottega d’Arte, è rappresentato dalle opere Il Cervino (olio), Primavera ad Arenzano (acquerello, 1965), Paesaggio (acquerello, 1934), Nebbie nel Nicese (acquerello, 1965).

Nel 1970 nella mostra allestita tra agosto e settembre a Torino in occasione dell’Universiade ’70 espone Tiro a segno.

Nel 1971 con Natura morta (1945) prende parte alla mostra “Pittura in Piemonte 1930-1945”, ordinata in febbraio a Torino dalla Galleria Carlo Alberto. Dal 4 al 21 marzo la Galleria L’Approdo di Torino gli dedica una mostra personale, presentata in catalogo da Luigi Carluccio, con testi di Giovanni Arpino e Renzo Biasion. Sono esposti 34 dipinti e tempere, acquerelli, disegni.

Dal 5 al 18 novembre al Circolo degli Artisti di Torino il repertorio della “Galleria del Cervino” viene parzialmente esposto nella mostra “133 pittori e il Cervino”. Terzolo vi figura con l’olio della collezione, «Panopticum» di Cervinia.

Nel 1972 nella rassegna “Pittori Piemontesi sulla costiera amalfitana”, allestita in maggio dalla Galleria Fogliato di Torino, espone l’opera Portafiori (Ricordo di Positano) e tre Disegni.

Nell’ambito della X Quadriennale Nazionale d’Arte che si tiene a Roma nel Palazzo delle Esposizioni dal novembre 1972 al maggio 1973, è organizzata quale prima manifestazione la mostra “Aspetti dell’Arte Figurativa Contemporanea” che ha luogo dal 16 novembre al 31 dicembre 1972. Invitato, Terzolo, che è nel Comitato Consultivo, figura qui con Portafiori (1970), Scaldabagno e figura (1972), La scelta della cartolina (1969), Tiro a segno (1970). Nell’ambiente romano, oltre ad essere collaboratore prezioso per l’attività organizzativa ed artistica dell’Ente della Quadriennale, in qualità di rappresentante sindacale è chiamato a partecipare ai lavori della Commissione giudicatrice per l’esecuzione delle opere d’arte negli edifici pubblici del Comune di Roma. Nel 1973 dal 20 maggio al 10 giugno la Galleria L’Archivolto di Saluzzo gli dedica una mostra personale.

La Provincia di Torino organizza a Martigny, dal 29 settembre al 7 ottobre, la manifestazione “Espressioni d’Arte di Torino a Martigny”. Nella sezione Artisti d’oggi, Terzolo espone Aratura (1965).

Nel 1974 la Città di Asti, per i suoi settant’anni, gli dedica in giugno una mostra antologica, allestita nell’Antico Battistero di San Pietro e curata da Luigi Carluccio. Sono proposte 73 opere.

In novembre con Noli – Vista su San Paragorio prende parte alla XII Quadriennale Nazionale d’Arte – 132° Promotrice di Torino.

Nel 1975 alla rassegna “Uomini e cose del Monferrato”, curata da Luigi Carluccio ed ordinata a Palazzo Cuttica di Alessandria dal 22 maggio al 22 giugno partecipa con un gruppo di sei opere, tutte riprodotte in catalogo: Primavera (1923), Cortile (1930), Neve sul Monferrato (1930), Angolo di fornace (1935), Interno (1959), Pozzo a bricola con tacchino (1974).

Cessa intanto a decorrere dal 1° ottobre, per raggiunti limiti di età, l’attività di docente all’Accademia Albertina, dopo aver formato una schiera di allievi che unanimemente ancora lo ricorda come maestro di grande umanità, sempre disponibile, cordiale e bonario. Dopo che nel 1954 gli era stata concessa la Croce al Merito di Guerra, nel dicembre del 1974 il Capo dello Stato gli conferisce l’Onorificenza di “Ufficiale” al Merito della Repubblica.

Colpito da infarto, muore a Torino il 26 ottobre.

Viene sepolto nel Cimitero di Nizza Monferrato.

Nel 1976 a Milano, il 4 marzo la Galleria Gian Ferrari apre la rassegna “Situazione torinese dal 1920 al 1945”. Terzolo vi è rappresentato dalle opere Fornace (1934) e Inverno a Pocapaglia.

Nel 1977 la Galleria Fogliato di Torino tiene in aprile la mostra “25° anno. Pittori Piemontesi sulla costiera amalfitana”. Di Terzolo è esposta l’opera Positano, scalinatella.

Dal 20 ottobre al 15 novembre la Galleria La Nuova Albertina di Torino allestisce la mostra Torino 1947 “Il Paesaggio” ed egli vi figura con Primavera a Reaglie 1947.

Nel 1978 da marzo a giugno si tiene a Torino la mostra “Torino tra le due guerre”. Nel settore delle arti figurative curato da Angelo Dragone ed allestito alla Galleria Civica d’Arte Moderna figurano tre sue opere: La macchina da cucire (1926), Inverno sui colli di Nizza Monferrato (1930-31) e La fornace – Bra (1939).

Nel 1980 una grande mostra retrospettiva gli viene dedicata dalla Regione Piemonte. L’esposizione si tiene a Palazzo Chiablese dal 18 marzo al 13 aprile ed è presentata in catalogo da Francesco De Bartolomeis. Vi sono comprese oltre 120 opere, dal 1919 al 1975.

Nel 1981 in febbraio il “Piemonte Artistico e Culturale” di Torino rende “Omaggio ai Soci scomparsi 1957-1981”. Terzolo vi è rappresentato da I Pagelli e Natura morta – sedia. Da settembre a dicembre è organizzata la mostra “Materiali: arte italiana 1920-1940 nelle collezioni della Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino”. Sono esposte le opere Le rocche di Pocapaglia (1934) e La fornace – Bra (1939).

Nel 1983 nella mostra “Arte a Torino 1946/1953” allestita all’Accademia Albertina di Torino dal 30 maggio al 17 luglio è esposto il dipinto Autunno (1948).

Nel 1987 si svolge a Torino da luglio a ottobre, nel Palazzo della Promotrice delle Belle Arti al Parco del Valentino, la mostra “1945-1965. Arte italiana e straniera” dalle collezioni della Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino. È esposta l’opera Primavera (1951).

Nel 1987 dal 3 dicembre al 31 gennaio 1988 lo Studio “Le Immagini” di Torino gli dedica una mostra antologica accompagnata da un catalogo curato da Laura e Federico Riccio, con testi di Pino Mantovani e di Giorgio Auneddu.

Nel 1988 il prof. Angelo Gilardino – compositore di musiche per chitarra, appassionato cultore di arti figurative ed estimatore dell’opera di Terzolo – pubblica fra i suoi “Studi di virtuosità e di trascendenza” lo Studio n. 56. Sera d’Autunno. (In memoriam Carlo Terzolo).

Nel 1989 è rappresentato in settembre nella collettiva “Testimonianze d’arte” della Galleria La Finestrella di Canelli. Dal 29 novembre al 12 dicembre il “Piemonte Artistico e Culturale” di Torino organizza la rassegna “I Pittori del Po”, curata e presentata da Angelo Mistrangelo. In essa è compresa l’opera Lungo Po (1939).

La Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris acquisisce dalla famiglia Terzolo, per la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, il dipinto Golfo di La Spezia o Muggiano del 1930 ed una trentina di disegni e litografie.

Nel 1991 la Galleria la Finestrella di Canelli gli dedica in giugno una mostra antologica comprendente trenta opere, con presentazione in catalogo di Laura Bosia.

In novembre la Bottega Antiquaria “Il Caduceo” di Torino ordina la mostra “Carlo Terzolo. Disegni e Acquarelli”. Dal 29 novembre al 21 dicembre la Galleria Del Ponte di Torino allestisce la mostra “Continuità e discontinuità. Esempi d’arte a Torino attorno alla seconda guerra mondiale”, con presentazione in catalogo di Pino Mantovani. Vi figurano le opere Casa di notte (1925 ca.) e Interno (1959).

Viene realizzato a Nizza Monferrato l’Armanòch ed “L’Èrca” 1992 con disegni di Carlo Terzolo.

Nel 1994 dal 21 aprile al 22 maggio alla Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino si tiene la mostra “Da Migliara a Balla – Da Boccioni a Paolini”. 500 opere su carta acquisite dalla Fondazione De Fornaris. Vi sono compresi i disegni di Terzolo recentemente entrati in collezione.

È organizzata a Torino dal 24 settembre al 23 ottobre nella Sala Borsa Valori la mostra “Opere del Novecento italiano nella collezione della RAI Radiotelevisione Italiana”. È esposta l’opera La fornace (1937) riprodotta in catalogo.

Nel 1995 è rappresentato nella mostra “Ritratto di Bardonecchia. Un fotografo e diciotto pittori” allestita in giugno a Torino alla Galleria Principe Eugenio e curata da Giorgio Martellini e da Maria Luisa Moncassoli Tibone.

Dal 29 luglio al 7 agosto le superstiti tredici “Insegne d’arte” dipinte nel 1960 vengono esposte a Bossolasco nel Padiglione Espositivo della Comunità Montana Alta Langa.

A Collegno dal 31 ottobre al 14 novembre nella Sala delle Arti ha luogo la mostra “Quell’alba del tre agosto mezzo secolo fa. L’Accademia Libera di Belle Arti a Torino 1945-1948”, a cura di Lucio Cabutti, che rievoca quella singolare esperienza. Fra le opere esposte figura il pastello Ritratto di signora (1946) di Terzolo.

Nel 1997 a Cuneo, nel Centro Incontri della Provincia dal 17 giugno al 6 luglio è organizzata la mostra “Insegne d’arte in Alta Langa 1960-1996 e piatti d’artista”. Vengono riproposte le superstiti insegne del 1960 e quelle che sono state realizzate nel 1996 in una nuova serie dedicata ad alberghi e ristoranti di varie località delle Langhe.

Nel 1998 ad Alba dal 3 ottobre all’8 novembre alla Fondazione Ferrero è indetta la mostra “Le Langhe e i loro pittori. Da Cabutti a Pinot Gallizio e oltre”, curata da Angelo Dragone. Terzolo è rappresentato da Il Tanaro (acquaforte) e da Insegna per Bossolasco (1960).

Nel 2000 dal 17 marzo al 4 aprile il Piemonte Artistico e Culturale di Torino propone una selezionata rassegna dedicata alla “Pittura di paesaggio nel Novecento”, comprendente opere di artisti quali Balla, Carena, Casorati, De Pisis, Guttuso, Menzio, Sironi, Valinotti. Di Terzolo è esposto il dipinto Barche in Liguria (1955).

Nel 2001 la Città di Acqui Terme organizza la Mostra “Dal Divisionismo all’Informale. Tradizione, visionarietà e geometria nell’arte in Piemonte 1880-1960”. La rassegna è curata da Marco Vallora e si tiene dal 15 luglio al 9 settembre presso il Palazzo Liceo Saracco e l’Area espositiva ex Kaimano. Terzolo è rappresentato dalle opere Cascine sotto la neve (1928) e Cascina nell’astigiano, riprodotte in catalogo.

Dal 3 novembre al 16 dicembre Nizza Monferrato gli dedica nelle sale del Palazzo Baronale Crova, un’importante antologica, presentata da Pino Mantovani, con un testo di Antonio Fissore e cronologia di Francesco Sottomano (quella qui riprodotta).

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